Aprire un negozio di cannabis light: l’iter burocratico

Aprire un negozio di cannabis light l'iter burocratico

In molti Paesi del mondo, Italia inclusa, il mercato della cannabis light legale è in forte ascesa. L’apertura di un negozio di cannabis light legale si rivela un’ottima scelta, perché permette al titolare di ottenere lauti profitti. Avere una panoramica sull’iter burocratico, conoscere il codice destinatario, sapere come funziona la PEC per la fatturazione elettronica sono aspetti molto utili al riguardo. Procediamo con ordine: ecco cosa sapere in riferimento all’apertura di un Grow Shop.

Cosa occorre per aprire un negozio di cannabis light legale in Italia?

Prima di approfondire il percorso burocratico da affrontare, ecco cosa occorre in concreto per aprire un negozio di cannabis light legale nel nostro Paese: trattandosi di un’idea imprenditoriale alquanto originale, dove la concorrenza c’è, pur non essendo così consolidata come in altri settori, non mancano di certo le opportunità, a fronte dei rischi alti comunque presenti. Servono di certo le giuste conoscenze in materia; bisogna avere una panoramica chiara delle normative in vigore. Solo allora sarà possibile pensare ai guadagni. Punto base è che ci vuole sempre passione: la cannabis light legale è un prodotto contraddistinto da molteplici proprietà. Il target di riferimento è molto selettivo e, grazie a internet, sempre più informato. C’è bisogno di caperne molto per orientare le scelte della clientela.

La location

Molto importante è la location: la posizione del locale deve essere in un punto strategico della città, facilmente accessibile dal target. I costi dell’affitto, però, devono essere idealmente contenuti. Lo stesso dicasi per le tasse e per le utenze. Punti particolarmente trafficati e un’insegna, caratterizzata da un forte impatto visivo, giocano un ruolo determinante per il business. In linea di massima, la scelta ricade su locali tra i 50 e i 6o metri quadri. La presenza di un bancone in posizione centrale consente di avere contatto diretto con la clientela. Idealmente, occorrono gli scaffali, dove collocare gli articoli in vendita, e un piccolo deposito per i prodotto. Infine, una stanza destinata alla parte amministrativa, oggi basata sulla fatturazione elettronica con PEC, non deve mai mancare.

Portale di e-commerce

Per le sorti del business, non è possibile tralasciare l’aspetto online. Un portale di e-commerce, in affiancamento al negozio fisico, si rivela una saggia decisione. La cannabis light legale, infatti, viene acquistata con una certa frequenza anche online. La piattaforma deve essere altamente user-friendly, le schede prodotto devono essere curate nei minimi dettagli non solo a livello di contenuti, ma anche in termini di foto. Bisogna scegliere immagini contraddistinte da una forte resa visiva per catturare l’attenzione del target. L’ottimizzazione SEO poi è imprescindibile per farsi trovare sui motori di ricerca. Nella fase iniziale, investire in sponsorizzazioni, puntando su Google Ads o su Facebook Ads, conviene sempre.

Iter burocratico

Quando si apre un negozio di cannabis light legale, l’iter burocratico prevede alcuni step a cui attenersi:

  • aprire la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Tutto avviene tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate: il sistema ComUnica permette al titolare di ottenere il codice IVA, di valutare il regime fiscale, di inserire il codice ATECO, di decidere la forma societaria e di optare per il codice destinatario o PEC;
  • iscriversi al Registro delle Imprese, all’INPS e poi all’INAIL;
  • inviare la comunicazione certificata, relativa all’inizio delle attività, almeno un mese prima di aprire;
  • chiedere il permesso di esposizione dell’insegna.

La scelta del franchising

La scelta del franchising è tra le più gettonate, perché contiene i rischi e i costi di investimento. Inoltre, gli adempimenti burocratici vengono velocizzati. Altro aspetto importante è che il Break Even Point, o punto di pareggio, viene raggiunto prima. La scelta del locale e dell’arredamento e la campagna pubblicitaria sono costi che con il franchising non devono essere affrontati dal proprietario, ma dal franchise, ossia dalla società di turno che, tra le altre cose, garantisce il necessario supporto di marketing e di assistenza ai clienti, soprattutto nelle prime battute.

I costi si attestano in questi casi attorno ai 20.000/30.000 euro.

Guadagni

Con uno store di cannabis light, si possono guadagnare anche tra i 12.000 e i 35.000 euro al mese. Importante è la posizione: deve essere strategica e trafficata.