Talea di canapa: tutto ciò che occorre sapere per una procedura corretta

Talea di canapa tutto ciò che occorre sapere per una procedura corretta

La talea è uno dei metodi di riproduzione più utilizzati dagli amanti del giardinaggio, e comporta anche parecchi vantaggi, specialmente in termini di risparmio di tempo e di certezza di ottenere una pianta che presenta le medesime qualità della pianta madre, che di fatto viene clonata. Per questo motivo è una tecnica molto apprezzata anche da chi coltiva canapa legale, a scopo medico. Di seguito vedremo come realizzare questo procedimento.

Come si fa a fare una talea?

Iniziamo a vedere che cosa sono le talee in generale. La tecnica basa i suoi punti di forza sulle stupefacenti capacità autorigenerative di alcune piante e comporta la pratica di un taglio in un determinato punto della pianta, ad esempio un ramo, un picciolo, una radice o un bulbo. L’incisione deve essere praticata con decisione, in moto netto e in senso orizzontale, avendo l’accortezza di effettuarla nel giusto periodo dell’anno e utilizzando strumenti adatti, che abbiano una lama affilata da consentire ciò. Una volta spuntato questo passaggio, affinché la riproduzione per talea vada a buon fine, occorre interrare o immergere in acqua la parte tagliata, e attendere che inizi a sviluppare delle radici, dando origine a una nuova pianta. Vediamo ora come comportarsi con la canapa.

Quante talee da una pianta madre?

Il primo passaggio consiste nella scelta della pianta madre, che dovrà essere rigogliosa ma priva di fiori. Questo step è fondamentale dal momento che il numero di talee che si possono ricavare dipende dalle dimensioni della pianta madre, che si consiglia di non potare per più di 3 o 4 volte. Se si desidera ottenere un elevato numero di cloni, occorre tenere la pianta madre in un vaso capiente e fornirle le condizioni necessarie a una crescita ottimale, quindi una buona illuminazione e potature frequenti. Inoltre sarà necessario prestare particolare attenzione al punto in cui verrà eseguito il taglio: se si lascia un nodo al di sotto di esso, in breve cresceranno due nuovi rami. Ripetendo lo stesso procedimento, se ne otterranno quattro. In pratica, con una potatura accorta, i rami disponibili per la talea si moltiplicheranno assicurando una riproduzione continua di nuovi esemplari clonati. Al contrario, se saranno sufficienti un paio di talee, l’obiettivo sarà quello di preservare la genetica della pianta madre. Quindi basterà un vaso piccolo e un’illuminazione anche minima, senza che occorra prestare particolare cura alla potatura.

Quando trapiantare le autofiorenti?

Dopo aver eseguito i passaggi che di seguito descriveremo, alle talee appena ottenute occorreranno circa de settimane per sviluppare le radici. Durante questo periodo occorre prestare attenzione alle condizioni ambientali. Per i primi 5 giorni, è meglio esporre le future piante a una ventilazione lieve, che gradualmente dovrà essere aumentata in modo da garantire un quantitativo di umidità in crescita costante, senza variazioni repentine. Bisogna evitare di esporre le talee a un’illuminazione troppo forte. Anche in questo caso, la luce potrà essere incrementata quando le radici verranno emesse. Altro fattore di estrema importanza da tenere in considerazione riguarda la temperatura, che dovrebbe mantenersi in maniera ottimale introno ai 26 gradi. In inverno, è possibile ricorrere all’aiuto di tappetini riscaldati e termostati per assicurare che questa non precipiti. Gli elementi chiave dunque cono ventilazione, umidità e temperatura. Se si trovano in perfetta sinergia, entro due settimane le talee avranno messo delle radici abbastanza robuste da consentire il trapianto.

Come clonare una pianta autofiorente?

Infine, vediamo nel dettaglio come si effettua la talea da una pianta di canapa. Prima di tutto, la pianta madre deve essere lasciata crescere fino a che non raggiungerà un’altezza di almeno 4 nodi, così che sia possibile eseguire una talea apicale (ovvero tagliando la parte terminale della pianta, proprio in cima). Questo stimolerà la crescita dei rami laterali, facendo sì che la pianta si sviluppi in modo omogeneo, non verticale. A questo punto, per praticare la talea occorre lasciare i primi due nodi, tagliando dal terzo o dal quarto. Se invece la talea non parte direttamente dal seme, ma da un’altra talea che si è sviluppata, la potatura apicale si esegue obbligatoriamente dopo il secondo. L’importante è comunque lasciare sempre almeno un nodo al di sotto di ogni taglio, per permettere la germogliazione. Come abbiamo accennato in precedenza, infatti, questo metodo riproduttivo ha anche il vantaggio di sviluppare le ramificazioni della pianta madre, di conseguenza, delle potature ben oculate possono stimolare i nodi, dando così alla pianta un aspetto armonioso e omogeneo.